Giuseppe Fiori - Casa Rosselli
Einaudi editore (collana Gli Struzzi)
Torino, 1999
Incredibile e drammatica la storia della famiglia Rosselli. Il nuovo libro di Giuseppe Fiori sull’Italia di questo secolo racconta una vicenda che incrocia tragicamente il destino di tre generazioni attraverso guerre, lotte politiche, passioni pubbliche e questioni private.
Carlo e Nello discendono per parte di padre da una famiglia di ricchi mercanti ebrei di Livorno e per parte di madre da una famiglia di ebrei veneziani. Carlo sposa una quacchera inglese, Marion Cave (ma sarà marito assente, tutto assorbito dalla lotta politica). Avventurosa la vita di Carlo, eretico del socialismo. A ventisette anni mette in salvo in Corsica Turati e Pertini. A trenta evade in motoscafo dal confino di Lipari rifugiandosi in Francia.
Fonda il movimento di Giustizia e Libertà. Pubblica il suo testo fondamentale, Socialismo liberale, oggi tornato d’attualità (Togliatti lo stronca duramente). Combatte in Spagna, è ferito. Nello, votato alla carriera universitaria ed escluso per l’opposizione al fascismo, raggiunge Carlo nel ’37 a Bagnoles-de-l’Orne, in Normandia. Qui, il 9 giugno, i due fratelli sono assassinati da terroristi d’estrema destra, mandante Galeazzo Ciano. Comincia la diaspora della madre, delle vedove e dei figli costretti all’esilio in Svizzera, Inghilterra, Stati Uniti. Solo nel ’46 il ritorno in Italia. Casa Rosselli ha il ritmo incalzante del racconto: Fiori è riuscito a entrare dentro l’universo affettivo della famiglia grazie anche al prezioso Memoriale di Amelia.
L’anziana madre pone qui una questione bruciante: «Fino a quale limite un uomo, un marito, deve sacrificare la famiglia per l’ideale?»