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La Parigi segreta di Carlo Rosselli. Un saggio ripercorre i luoghi dello storico antifascista in esilio

Tratto dall’articolo: La Parigi segreta di Carlo Rosselli. Un saggio ripercorre i luoghi dello storico antifascista in esilio.” di Massimo Novelli
La Repubblica. 7 agosto 2013.

Fuggiti il 27 luglio del 1929 dal confino politico di Lipari, Emilio Lussu, Francesco Fausto Nitti e Carlo Rosselli scendevano da un treno, il primo agosto, alla stazione parigina della Gare de Lyon. Li accompagnava Alberto Tarchiani, già redattore capo del Corriere della Sera, che aveva organizzato la fuga degli antifascisti. Ad aspettarli, seduti al tavolino di un caffè non lontano, c’ erano altri esuli: Alberto Cianca, Gaetano Salvemini e Filippo Turati. Come scrive Diego Dilettoso nel libro La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio, appena pubblicato dalla Biblion Edizioni (pagg. 311, euro 30), i tre in attesa ignoravano «il motivo dell’ appuntamento».

All’ apparire degli amici reduci dal confino, Lussu racconta che «Salvemini ci corse incontro e abbracciò Rosselli gridando “Figlio di un cane!”». Poi lo storico abbracciò Lussu, gridando «più semplicemente “Cane!”». Con il loro arrivo, aggiunge Lussu, «sembrava che il fascismo fosse crollato». Teorico del socialismo liberale e fondatore del movimento di Giustizia e Libertà, combattente nella guerra civile spagnola, Rosselli visse a Parigi, «capitale delle libertà», il suo esilio, fino a quando i fascisti del gruppo dei Cagoulards lo uccisero a colpi di revolver e a pugnalate, insieme al fratello Nello, a Bagnoles-del’ Orne, su mandato verosimilmente di Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri e genero di Mussolini. Era il 9 giugno del 1937. Per ricostruire gli ultimi otto anni della vita di Rosselli, Dilettoso, giovane studioso che vive a Parigi, ha puntato su un aspetto sicuramente originale, frutto di ricerche meticolose in diversi archivi francesi e italiani, in taluni casi poco esplorati oppure ignorati.

Lo spiega lo stesso storico nell’ introduzione al suo lavoro, ricordando che, se esistono numerose monografie su Rosselli, «tuttavia nessuna ne ha ancora interpretato il pensiero e l’ azione attraverso il contesto geografico nel quale ha operato». Ne è nata così un’ analisi, una biografia dai molteplici registri dell’ esistenza parigina dell’ autore di Socialismo liberale che si traduce in una mappa precisa ed emozionante, una cartografia politica e sentimentale. È una geografia umana supportata da documenti, da cartine e da immagini della città, dalle fotografie a volte inedite di Rosselli e degli altri esuli italiani nella capitale francese, che negli anni Trenta erano oltre cinquantamila.

Il viaggio di Dilettoso tocca i luoghi frequentati per l’ attività politicae nella quotidianità, le case abitate da lui e quelle dagli altri compagni di esilio e di lotta antifascista, le sale delle riunioni e i caffè, i teatri e gli alberghi. Tutto ciò strada dopo strada, arrondissement dopo arrondissement. Affollano queste pagine, naturalmente, Carlo Rosselli e la moglie Marion, la famiglia, il fratello Nello.

E non possono mancare Turati e Pietro Nenni, Salvemini e Lussu, Sandro Pertini e Carlo Levi, Aldo Garosci e Renzo Giua, Andrea Caffi e Nicola Chiaromonte, Tarchiani e Cianca, i Modigliani e i Buozzi, Angelo Tasca e Giuseppe Di Vittorio, così come i principali esponenti del mondo politico e culturale di Parigi e della Francia. Nel raccontare Rosselli, l’ antifascismo, la Parigi di allora, Dilettoso si propone inoltre di far ripercorrere quelle esistenze, quei fatti, quegli itinerari della libertà, a chi oggi conosce ancora il valore della memoria e della storia. In appendice, pertanto, offre una guida acconcia e ricca di indirizzi e di suggestioni al visitatore dei nostri giorni. E fa suo, allo scopo, un pensiero di Walter Benjamin: «Nulla di ciò che si è verificato va perduto per la storia», ma «solo all’ umanità redenta tocca interamente il suo passato».

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