1989-2009. I mutanti. Perchè i postcomunisti hanno rifiutato l’opzione socialdemocratica
Datanews editore. Luglio 2009.
Veltroni celebra Rosselli.
Ma Veltroni non sta fermo. Il giorno dopo, il 27 febbraio 1999, ad un convegno organizzato dai Ds alla Residenza di Ripetta di Roma, celebra l’anniversario della nascita di Carlo Rosselli, massacrato insieme al fratello Nello nel 1937 in Francia da sicari fascisti. Così il martire riscuote parte del credito che ha con la storia .
Gli interventi, pur non risparmiando critiche e autocritiche hanno un approccio costruttivo, guardando più al futuro che al passato. Al tavolo della presidenza Amato, Veltroni, Napolitano, Reichlin, Mussi e poi Ruffolo, Spini, Coen, De Giovanni. Pur scontando una naturale eterogenesi culturale e politica tutti gli interventi, numerosi e appassionati, concordano sulla modernità e la preveggenza dell’ opera di Rosselli. L’autore di Socialismo liberale, un libro che sembra scritto perl’oggi, analizzava gia nel 1936 i temi all’ordine del giorno della sinistra italiana: il socialismo libertario e liberale, riformista e post-marxista. Ricostruire la sinistra anche partendo da queste premesse: ecco il vero omaggio a Carlo Rosselli.
Un nuovo e grande partito socialista non serve solo alla sinistra come strumento per incidere sulla realtà, ma serve, come ricorda Norberto Bobbio dalle colonne de “L’Unità”, a tutto il Paese. Chiudendo i lavori Walter Veltroni incentra il suo intervento proprio sul concetto di modernità, di sintonia con le nuove aspettative che montano dalla società civile e che devono essere le nuove sfide della sinistra. Una sinistra che cambia senza perdere la memoria delle sue anime. Se è vero che chi ha avuto ragione non ha fatto la storia è altrettanto vero che la storia risarcisce chi ha avuto ragione. L’iniziativa, come era lecito aspettarsi, provoca roventi polemiche.
Si grida allo scandalo: gli eredi del Pci, gli ex comunisti si appropriano di Rosselli non avendone alcun titolo. Si polemizza: non era stato forse Togliatti a bollare Rosselli e il suo progetto politico di socialfascismo? Non era stato il migliore a scrivere pagine e pagine di polemica staliniana con lui su Lo stato operaio negli anni trenta? Perchè non si parla anche di questo? Dopo aver fatto virare Gramsci sul liberalismo, dopo aver effigiato Moro con “l’Unità” sotto il braccio, ecco che oggi tocca a Rosselli infoltire le schiere degli ex comunisti in evidenti difficoltà genealogiche.
Carlo Rosselli torna al centro del dibattito politico culturale italiano per merito di chi, nella storia ha avuto torto. Ma i socialisti che hanno partecipato alla Cosadue, e che ora vedono il progetto messo in pericolo dall’abbandono di D’Alema e dell’avvento di Veltroni, si fanno nuove domande. Perché tutta questa enfasi viene riservata al fondatore di Giustizia e Libertà proprio da Veltroni che ha ripetuto mille volte di non voler morire socialdemocratico? C’è una svolta nel suo approccio alla Cosadue come segretario dei DS? È quello che vedremo.